Quando esperienze negative o traumatiche travolgono la nostra esistenza, siamo chiamati ad un adattamento, ovvero ad attivare o assimilare un cambiamento sia esso di natura psichica, emotiva, pratica, economica o fisica… Di fronte alle difficoltà, alcuni individui sembrano essere più in grado di altri di trovare le risorse necessarie per affrontare le situazioni e reagire alle avversità: la modalità di far fronte agli eventi negativi viene definita con il termine resilienza.
Alcuni autori sostengono che la resilienza si rivela fondamentale in termini di sopravvivenza e qualità della vita non solo per gli individui, ma anche per la collettività, la famiglia, la scuola e le organizzazioni.
Valorizzare i fattori protettivi e compensatori, diversi a seconda dei contesti e dell’età, è una strategia efficace per promuovere l’individuazione di soluzioni innovative o l’adozione di nuove prospettive.
Durante l’infanzia, il gioco e l’immaginazione possono consentire di sviluppare competenze sociali ed emotive utili ad affrontare gli eventi, individuare soluzioni alternative, diventare più sicuri e fiduciosi. La relazione di attaccamento così come la rete di sostegno sociale e la scuola costituiscono ulteriori rilevanti fattori di resilienza. Durante la terza età, è importante mantenere un buon allenamento mentale e dedicare del tempo ad attività sociali.
Pur non essendo ancora stati individuati con precisione i fattori di resilienza per le organizzazioni, la capacità di adattarsi alle nuove situazioni (siano esse riconducibili a cambiamenti sociali, economici o umani) e di mostrarsi flessibili e aperti è certamente sintomo di resilienza. Tradotto in termini aziendali ciò significa proporre modalità di lavoro che consentono di esprimere le potenzialità dei professionisti e innovazione nella selezione e nella gestione delle risorse umane.
La Vallée Notizie
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