Come far durare una relazione nel tempo
Ci sono alcune dinamiche di coppia che si presentano piuttosto frequentemente nei rapporti, indipendentemente dalle caratteristiche della coppia e dalla personalità dei singoli membri. Se desideriamo far durare una relazione nel tempo possiamo adottare piccole strategie individuali che ci permetteranno di creare nuove prospettive e opportunità.
L’importanza di osservare e riconoscere le emozioni
Molto spesso durante la consulenza i membri della coppia discutono su un argomento che hanno portato come esempio di quello che “sempre” succede (“siamo alle solite”).
Dopo pochi minuti la conversazione inizia a delinearsi come una partita in cui ognuno dei due partner vuole vincere avendo ragione sull’altro. Non solo, entrambi tengono molto a spiegare le proprie ragioni a una terza persona super partes affinché il professionista possa schierarsi in favore dell’una o dell’altra.
A questo punto è bene fermarsi e interrompere la ”partita”. E’ probabile che ogni versione sia vera per la persona che la racconta, ma soprattutto che siano reali le emozioni ad essa associate.
La sfida si vince quando si smette di cercare di affermare le proprie emozioni su quelle del partner. Se si accettano le emozioni dell’altro come tali, non vi è più la necessità di etichettarle (vere/non vere) e finalmente sarà possibile riconoscerle e osservarle.
Il piacere della responsabilità
Tutta cambia se ci assume la propria responsabilità. Ritrovare il piacere della responsabilità ci rende liberi di agire a prescindere dalle azioni e dal comportamento del partner.
Possiamo modificare solo il nostro comportamento, il nostro atteggiamento e le nostre reazioni, non quelle del partner. Per quanto ci possiamo impegnare ciò che arriva dal partner è semplicemente una conseguenza della sua assunzione di responsabilità, non della nostra.
Questo naturalmente non significa che un determinato comportamento non possa suscitare una determinata reazione (che è il principio della comunicazione) ma che dobbiamo imparare ad accettare che la nostra volontà può arrivare solo fino a un certo punto, il nostro.
Saper riconoscere i comportamenti automatici
Un’altra strategia che possiamo imparare ad applicare è quella di allenarci a riconoscere i comportamenti automatici.
Se prendiamo fiato e ci osserviamo dall’esterno possiamo accorgerci quando la nostra reazione in un dato momento può non essere solo il frutto di quella specifica circostanza, ma anche la somma di tutte le volte precedenti in cui si è verificata una simile circostanza.
Ad esempio, se nostro marito torna tardi la sera e si dimentica di avvisarci che non viene a cena, ci possiamo arrabbiare con lui per quella sera, oppure possiamo arrabbiarci perché quel ritardo è l’ennesimo di una lunga serie.
Cambia vero?
Siamo certamente più inclini a perdonare e a lasciare correre una svista piuttosto che un comportamento ripetuto e deliberato. Quando iniziamo ad accusarlo di non avere rispetto per noi e per il nostro tempo, forse stiamo attivando un automatismo: una risposta acquisita a un comportamento che avviene ormai da tempo.
Il nostro cervello per farci risparmiare energia ha creato una scorciatoia mentale che ci permette di arrivare subito a una conclusione (con la conseguente emozione associata) dopo i primi minuti di ritardo.
Ma se si fosse fermato in gioielleria a comprarci un regalo? Se siamo vittime di un comportamento automatico (l’inveire contro di lui non appena si presenta a cena) potremmo non scoprirlo mai (non ci darà certo il regalo dopo che lo abbiamo aggredito).
L’eredità del passato
Un altro aspetto di cui è bene avere cura è il passato. E’ importante riconoscere l’eredità che il passato inevitabilmente ci lascia, solo così possiamo renderci conto di quando, involontariamente e inconsapevolmente, reagiamo come abbiamo visto fare i nostri genitori.
Magari diciamo le cose che diceva nostra madre, oppure utilizziamo la tecnica del silenzio come faceva lei o ancora ci dedichiamo anima e corpo alla famiglia per poi accusare il nostro partner di non aiutarci abbastanza.
Il passato è passato, non ha senso ignorarlo o riproporlo, ma per essere liberi di scegliere è fondamentale saperlo riconoscere.
Sviluppare empatia con il proprio partner può sembrare scontato all’inizio del rapporto, ma quando esso diventa più consolidato ci si può dimenticare dell’importanza di provare a guardare le cose come le vede il proprio partner.
A poco a poco la propria prospettiva diventa l’unica che conta e se si ascoltano opinioni e pareri, lo si fa indossando esclusivamente i propri occhiali, dimenticandosi di provare a indossare quelli dell’altro.
Se recuperiamo questa attenzione aumenterà la sintonia tra noi: il partner ci percepirà di nuovo come un alleato e non come il nemico da contrastare.
Provare ad adottare questi semplici accorgimenti può fare la differenza: permette di ritrovare intesa e complicità.
Se vuoi condividere la tua esperienza scrivila nei commenti o invia una mail a info@psicoaosta.com
Dr. Elena De Franceschi
Psicologa clinica esperta di crescita personale