Il miglior augurio che si può ricevere in America quando ci si accinge ad intraprendere una nuova avventura professionale (ma non solo) è: “Fallisci il prima possibile, e riparti alla grande!!”
In Italia un espressione di questo tipo probabilmente favorirebbe una serie di gesti scaramantici o pensieri che rimanderebbero il nostro interlocutore in un reparto di neurologia.
E invece no! Auspicare il fallimento è realmente un ottimo modo per infondere coraggio, determinazione e lungimiranza. Assumendo la prospettiva degli amici d’oltreoceano infatti potremo iniziare a considerare il fallimento come qualcosa insito nel “fare” e fonte di notevole apprendimenti!
L’insuccesso è semplicemente una tappa, quasi sempre fondamentale per chi riesce a fare bene, che consente di osservare, capire, rivalutare e modificare. Senza questo passo essenziale non ci sarebbero né crescita, né sviluppo!
Ciò dovrebbe essere sufficiente a disattivare il senso di colpa e vergogna che accompagna sovente questo prezioso passaggio, tuttavia è fondamentale che questa “cultura” possa essere condivisa.
Pensiamo alla scuola, al potere enorme che hanno gli insegnanti e i compagni nel determinare lo stare emotivo di un bambino.. Valorizzare l’insuccesso è un dovere perché permette di fare scuola, scuola di vita.
In questo modo non ci sarebbero più vincenti o perdenti, ma solo ragazzi che apprendono, che provano, che evolvono!
La Vallée