Le manifestazioni cliniche della sclerosi multipla sono molto eterogenee nei pazienti e presentano un andamento irregolare ed estremamente variabile. Tale variabilità costituisce frequentemente una maggiore difficoltà nell’adattamento e nell’accettazione della malattia, tuttavia essa allo stesso tempo può infondere speranza nel paziente e determinare un maggiore investimento nelle cure riabilitative.
I deficit cognitivi correlati alla patologia sono spesso sottovalutati, tuttavia si manifestano in forma lieve in circa il 40% dei casi, mentre solo in una ridotta percentuale il deterioramento cognitivo del paziente influisce nella sua capacità di svolgere adeguatamente le attività lavorative e sociali.
La funzione cognitiva più frequentemente colpita nella sclerosi multipla è la memoria: spesso il paziente riferisce una difficoltà progressiva a ricordare appuntamenti e scadenze, talvolta perde il filo del discorso.. La consapevolezza del sintomo, spesso tardiva perché attribuita generalmente a stanchezza, sovraccarico e stress, può generare ansia, disagio, vergogna e rabbia.
Il deficit cognitivo si può manifestare anche in altre funzioni cognitive quali l’astrazione, le abilità visivo-spaziali, l’attenzione e la concentrazione, la velocità di elaborazione dell’informazione, la difficoltà a trovare la parola giusta che viene solitamente descritta come “il fenomeno della parola sulla punta della lingua”.
Uno screening neuropsicologico può nei casi più gravi discriminare con precisione il deficit e consentire un intervento riabilitativo personalizzato. La collaborazione tra psicologo e neurologo si rivela uno strumento efficace per intervenire sul sintomo e sul vissuto che esso genera nel paziente e nei familiari o caregiver.
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