Talvolta il lavoro del coach sportivo si fonda su credenze errate: indipendentemente dal livello di preparazione ed esperienza infatti l’allenatore può dare per scontato il modo in cui i suoi atleti percepiscono i suoi insegnamenti e costruire il rapporto professionale su eventuali malintesi.
Può accadere che ciò determini difficoltà, risultati insoddisfacenti, frustrazioni e abbandono dell’attività stessa.. La buona notizia è che in questi casi non è necessario cambiare coach, ma è sufficiente individuare gli aspetti di percezione incongrua all’interno della relazione e su di essi intervenire.
Il test denominato “Il comportamento dell’allenatore” è utile per delineare le caratteristiche del rapporto tra allenatore e atleta. Lo strumento si articola in due parti, una rivolta al coach e una allo sportivo. I dati ottenuti dalla percezione del comportamento dell’allenatore da parte degli atleti e l’autopercezione del proprio comportamento da parte dell’allenatore vengono confrontati. L’analisi delle discrepanze delle risposte consente di rilevare eventuali difficoltà in uno dei seguenti ambiti: capacità comunicative (comunicazione efficace, adeguatezza all’età e alla sensibilità degli atleti, attenzione alle esigenze degli atleti),capacità di gratificazione (riconoscimento e valorizzazione della prestazione in gara o in allenamento), competenza (conoscenze teoriche-pratiche), autorevolezza (richiesta e ottenimento di impegno, potere decisionale), democrazia (spazio personale all’atleta), amicalità (confidenza dimostrata nei confronti degli atleti).
La Vallée Notizie
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