Riconoscersi come invidiosi richiede una certa dose di consapevolezza ed equilibrio. Sin dall’infanzia il sentimento dell’invidia viene visto come qualcosa di negativo, causa di dispregio o come qualcosa da allontanare da sé il prima possibile.
Nell’invidia, tuttavia, sono insite potenzialità di crescita e sviluppo. Per diventare persone migliori e mature è opportuno imparare ad elaborare questo vissuto ed integrarlo nella nostra personalità. In che modo? L’invidia e la stima di sé sono aspetti strettamente correlati, l’una ci porta fuori da noi stessi, l’altra ci coinvolge nel profondo. Meno siamo soddisfatti di noi stessi e della nostra vita più tendiamo ad osservare gli altri e le loro vite, che ci appaiono inesorabilmente (ed erroneamente) più felici, più semplici, “più”.
Accettare di provare invidia significa porsi nella migliore condizione per comprendere che cosa nell’altro ci appare così attraente, indipendentemente dalla sensazione di ingiustizia che ci pervade perché noi non ne siamo in possesso (sia esso caratteristica od oggetto).
Una volta individuato con esattezza ciò che “invidiamo”, non resta che capire come possiamo farlo nostro, ovvero sviluppare pensieri e comportamenti che ci consentono di perseguire quanto bramato.
Qualche volta ci si accorge che in realtà non si desidera affatto quella cosa o quella caratteristica e allora si inizia a capire come quella invidia poteva celare un senso di insicurezza non meglio identificabile.
Essere responsabili è molto faticoso ed è un lavoro costante. Quando non siamo così ligi nell’esercizio della responsabilità è più facile cadere nell’invidia. Rifuggirla non serve a nulla, al contrario ci condanna ad un inerzia mentale, molto meglio leggerla e viverla come un campanello d’allarme che ci ricorda che è ora di occuparci di noi.
La Vallée Notizie
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