Il lavoro è per certi aspetti un palcoscenico in cui il corpo è messo in evidenza, indipendentemente dal tipo di attività svolta. Nelle relazioni interpersonali il corpo è comunicazione, ed è così che il lavoro diventa un ambito in cui esso è inevitabilmente mostrato.
Talvolta il pesoforma è considerato un requisito indispensabile per ricoprire determinate mansioni, ciò è vero non più solo per le modelle, ma anche per le commesse di determinate boutique, per gli esperti di comunicazione e per tutti quei lavori che si fondano sulla relazionalità. Anche in ambito sanitario ed estetico ci si attende di vedere medici, infermieri, estetisti in buona forma fisica quasi a conferma della loro competenza. “Una buona cura di sé è il miglior biglietto da visita”: e se questo dovesse valere anche per gli avvocati, i giornalisti, gli impiegati … allora resterebbero poche le professioni in cui la forma fisica non è così vincolante.
Chi vive una condizione di sovrappeso, patologica o meno, si può quindi trovare discriminato nella ricerca del lavoro, e se i chili di troppo arrivano a carriera inoltrata si possono attivare altre forme di pregiudizio tra i collaboratori.
In taluni casi la forma fisica corrisponde a un idea di maggiore efficienza, capacità di controllo e gestione; in altri il perenne inseguimento della magrezza è visto come segnale di insicurezza personale e quindi poco attraente in determinati ambiti professionali.
Conquistare una reale armonia del corpo e della mente rappresenta una valida opzione e forse una soluzione. E’ infatti attraverso una reale centratura su di sé che è possibile affrontare i cambiamenti del corpo e della vita con serenità e bellezza, e fare in modo che quando gli altri ci guardano non vedano le nostre curve o le nostre spigolosità, bensì vedano noi, il nostro sorriso, la nostra energia e la nostra professionalità.
La Vallée Notizie
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