Un nuovo settore di studi cognitivi si occupa di comprendere come è possibile riprogrammare il cervello in modo tale che possa cogliere il lato positivo di eventi sfavorevoli, potenziando così la resilienza degli individui allo stress e all’ansia.
Il modo in cui interpretiamo gli eventi infatti, determina il significato che essi acquisiscono. Stimoli ed eventi ambigui possono assumere sfumature positive o negative a seconda del filtro cognitivo che automaticamente e inconsapevolmente adottiamo.
Le situazioni ambigue che si verificano in modo continuo, soprattutto in ambito sociale, predispongono ad un’interpretazione dell’esperienza stessa che risente della specificità individuale. Ad esempio, il mancato saluto di un collega la mattina potrebbe celare risentimento o antipatia nei vostri confronti così come semplicemente una situazione di ritardo, stress o fretta a lui solo riconducibile… l’attribuzione di una spiegazione piuttosto che di un’altra dipende dal “pregiudizio cognitivo” che noi adottiamo in quel momento.
L’atteggiamento mentale che ne consegue agisce incrementando o diminuendo la resilienza nei confronti delle avversità.
Le persone con alti livelli di ansia o depressione presentano una maggiore vulnerabilità emotiva probabilmente anche a causa di questi pregiudizi cognitivi. La tendenza a rilevare e analizzare eventi negativi o minacciosi può portarci a ritenere il mondo più ostile rispetto allo stesso percepito quando privilegiamo il lato più luminoso della vita.
Il metodo CBM si propone di intervenire su tali “preferenze negative” per stimolare il cervello a valutazioni positivamente orientate e rafforzare così le nostre difese contro lo stress.
La Vallée Notizie