Nella  procreazione medicalmente assistita gli aspetti psicologici costituiscono una variabile fondamentale che incide non solo sul benessere della coppia che affronta tale percorso, ma anche sull’esito stesso del trattamento. Frequentemente accade che numerose coppie che affrontano il trattamento PMA percepiscano e riferiscano un forte stress  e questo dato, supportato dagli alti livelli di cortisolo riscontrati prima dei prelievi, sembra avere un’influenza diretta nell’esito delle cure.

Le coppie che si rivolgono a specialisti per la fecondazione assistita mostrano sovente pudore e reticenza nel condividere con i familiari le loro speranze e aspettative, preferendo  affrontare da soli l’impegnativo susseguirsi di controlli, visite e terapie e il profondo vissuto emotivo che ne consegue. Questa discrezione quasi scaramantica può isolare la coppia privandola del supporto sociale e rendendola più vulnerabile.

Le emozioni che tipicamente coinvolgono la donna in gravidanza (paure, conflitti, ansie, aspettative…) si fondono con le spesso complesse dinamiche di coppia; le frustrazioni, i conflitti e le attribuzioni di colpa  sovente non esplicitati al proprio partner possono causare tensioni e crisi.

Accade con relativa frequenza che coppie, che dal punto di vista medico non presentano problematiche specifiche non riescano a coronare il sogno di diventare genitori; così come altre coppie che scelgono l’adozione si scoprono al completamento dell’iter burocratico in attesa di un figlio proprio.

Il sostegno psicologico si rivela utile per contenere le ansie legate al percorso intrapreso, per elaborare conflitti e desideri, per sostenere la coppia nel caso di esiti fallimentari, per preservare gli equilibri di coppia dal punto di vista relazionale e sessuale, per supportare il medico specialista  fornendogli indicazioni utili ad aumentare le possibilità di un trattamento efficace.

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