Alcune caratteristiche di personalità o determinati percorsi di sviluppo psicologico possono condurre alcuni bambini  ad adottare progressivamente “ il mentire” (bugie) come funzionamento unico e necessario per affrontare la vita.

Alcuni autori individuano due diverse tipologie di profili: coloro che mentono per affrontare la realtà e per ottenere obiettivi specifici (individui manipolativi, autocentrati e scarsamente empatici  rispetto alla dimensione psicologica degli altri) e coloro che mentono per abitudine, per sentirsi  apparentemente  meglio e tentare di far stare meglio gli altri.

Entrambi i comportamenti disfunzionali originano nell’infanzia, in ambienti familiari in cui la salvaguardia delle apparenza nei confronti della società assume una rilevanza eccessiva rispetto all’accettazione reale del bambino così com’è.  Il “dover essere” in questi casi non è più educativo ma diventa una minaccia all’Io del bambino che per proteggersi e per farsi amare dai propri genitori inizia a mentire, a fingere, tentando così di avvicinarsi il più possibile ai loro desideri e aspettative.

Questo determina un progressivo allontanamento dalla realtà e dal vero Sé che conduce a una difficoltà progressiva a vivere pienamente la vita. Nonostante queste persone abbiano una carriera, una vita sociale apparentemente gratificante, la fiducia resta qualcosa di estraneo a loro  perché non in grado di sostenere la verità.

Molto spesso la richiesta di aiuto da parte dei genitori o dai pazienti stessi ormai adulti giunge tardivamente, perché implica la consapevolezza delle proprie difficoltà, che giunge solitamente in seguito ad un periodo di forte stress in cui vi è una perdita di controllo, una preoccupante tendenza all’esagerazione delle situazioni… La terapia cognitiva-comportamentale rappresenta il trattamento d’elezione fondato sull’acquisizione di una maggiore capacità a tollerare e accettare la verità e a trovare modalità più sane per affrontare la vita.

La Vallée Notizie