Il nostro atteggiamento può influire sulla nostra carriera, di qualunque tipo essa sia e sulla possibilità di trovare lavoro
Impossibile? Forse no, con il giusto atteggiamento
L’attuale situazione economica del paese che stenta ad uscire dalla crisi (ma sulla cui ripresa gli esperti rassicurano) non facilita il naturale investimento su sé stessi e sulla propria crescita professionale, entrambi aspetti cruciali che sono alla base dello sviluppo personale ed economico.
Nei paesi anglosassoni si considera normale cambiare lavoro ogni cinque/sei anni, indipendentemente dall’andamento dell’economia del paese, ma piuttosto per motivi personali. Questo è infatti in media il tempo necessario per: crescere professionalmente all’interno di un’azienda, costruirsi una carriera, raggiungere obiettivi e traguardi. Dopodiché, nascono nuove ambizioni, nuove aspirazioni che portano ad intraprendere nuove avventure professionali.
Questo processo evolutivo professionale, ricordiamolo, non solo dettato dal desiderio di incrementare prestigio e potere sociale/economico, implica una costante crescita in termini diacquisizione di competenze, sviluppo delle competenze trasversali, esperienza, relazioni e gratificazione.
La soddisfazione personale sembra essere il drive, l’impulso motivante che maggiormente muove le persone. Questo processo si traduce con un ricambio dei posti di lavoro e dei ruoli professionali ricoperti oltre ad un fluidità delle conoscenze. Si può infatti passare dall’essere tirocinante, apprendista, mentor, sponsor, collaboratore, socio…
Qual’è la motivazione sottostante che anima tutto questo?
La ricerca della qualità della vita nel senso più ampio del termine. Talvolta può trattarsi del desiderio di passare più tempo in famiglia, talvolta di trasferirsi in un ambiente più semplice, divivere in contatto con la natura; di aiutare gli altri, di lavorare di meno, magari guadagnando di più…
Soddisfatti i bisogni primari di sussistenza, si può innalzare il livello dei propri obiettivi che vanno così a riguardare la gratificazione e la realizzazione personale.
Se questo succede in molti paese, l’Italia oggi sembra andare in tutt’altra direzione. Spesso, troppo forse, si sentono storie di angoscia, disperazione, paura, frustrazione.
Il lavoro sembra essere un miraggio, un appannaggio di pochi fortunati che possono contare sull’appoggio di qualcuno.
Ebbene, pur non negando le reali difficoltà del trovare lavoro e del necessario sostentamento che resta il fondamentale punto di arrivo per poter andare oltre, qualche volta l’atteggiamento che assumiamo può influire sul nostro futuro professionale (realizzazione professionale)
Il rischio è di diventare sfiduciati, passivi, rassegnati. Meglio allora migrare, cercare fortuna, fare esperienza altrove e poi forse… tornare!
Se da un lato sopravvive, in alcune zone più di altre, il retaggio culturale del trovare il lavoro a tempo indeterminato, dall’altra assistiamo ad un succedersi di idee brillanti e geniali intuizioni che si trasformano in start up, in condivisione di spazi e di creatività, in piccole associazioni, in un rinnovamento di sé stessi e della propria professionalità.
Questa fotografia dell'”Italia del lavoro” può essere letta secondo due prospettive diverse risultanti l’atteggiamento assunto: da una parte una nazione in cui si va avanti solo arrangiandosi, dall’altra, un paese che si muove, che non si ferma, che non ha paura, che si rimette in gioco.
Che fatica, che cambiamento di priorità, ma che soddisfazione! Bello vedere come alcuni giovani abbandonano le priorità legate all’apparire e diventano fucine di creatività.
Qual’è l’atteggiamento vincente?
Perché questo accada bisogna fare un investimento, investire su di sé, sul pensiero, sull’essenza e sulla sostanza, mettendo da parte l’apparire. Chi sarà in grado di lavorare in profondità sarà ripagato in un futuro molto prossimo.
Qualche volta può non essere semplice farlo spontaneamente, ma assumere un atteggiamento vincente è possibile, procedendo per cinque piccoli passi:
- Per investire su di sé è necessario credere che questa azione possa produrre un certo valore; per vedere il valore è necessario individuare i propri talenti, le proprie inclinazioni.
- Fatto, ciò serve una direzione: la diretta conseguenza delle nostre aspirazioni
- In seguito, è necessario investire in quella direzione, mettendo in conto uno sforzo attivo (anche economico se necessario, scegliendo con cura tra le varie opzioni)
- Sempre: lavorare con intensità, costanza e correttezza
- Osservare i piccoli successi ottenuti, nutrire la propria motivazione lasciandosi ispirare, continuare a lavorare e alzare gli obiettivi
Da non dimenticare, in itinere: guardare e ascoltare gli altri oltre all’aspetto, privilegiando l’autenticità!
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