La parola suicidio è per diversi aspetti ancora un tabù, tutti ne conoscono il significato ma poco se ne parla se non quando qualche fatto di cronaca la rende “reale”.
Sono tanti, sicuramente troppi i casi di suicidio che coinvolgono adulti e giovani non solo in Valle d’Aosta, ma in Italia e nel resto del mondo. Parlare di questo argomento può creare disagio, timore, sofferenza, paura, imbarazzo… a seconda della proprio storia o esperienza. Non se ne parla proprio per non suscitare queste emozioni che sono considerate negative e che forse troppo spesso vogliono essere evitate. Ma esse sono solo questo, emozioni e non è non riconoscendole che non si proveranno o non parlandone che esse spariranno.
Negli Stati Uniti sono stati messi a punto numerosi spot di sensibilizzazione su questa emergenza che coinvolge spesso giovani adolescenti; tali campagne pubblicitarie sono state indubbiamente efficaci nel far parlare la popolazione di suicidio in un ottica di sensibilizzazione e prevenzione.
La Mayo Clinic all’interno di un programma di prevenzione del suicidio “Teen suicide prevention” ha recentemente diffuso un video che descrive in breve i segnali che possono indicare quando un adolescente sta considerando il suicidio come alternativa alla vita e soprattutto, che cosa fare in questi casi.
La prevenzione è comunicazione: ascoltare ma anche chiedere. Quando ci accorgiamo che qualcosa non va, chiediamo qual’è il problema, rendiamoci disponibili, dimostriamoci dispiaciuti per quanto sta accadendo, dimostriamo empatia e prendiamo sul serio il problema chiedendo esplicitamente se c’è qualcosa che possiamo fare…
Se una persona sta pensando al suicidio ha bisogno che qualcuno ne parli.
Non bisogna avere paura di chiedere, non saranno le nostre domande per quanto esplicite ad innestare il problema, ma forse potrebbero aiutare a risolverlo.
La Vallée Notizie