Il disturbo algico è una patologia caratterizzata dall’espressione corporea di un disagio psicologico: il dolore è causato dall’impossibilità di esprimere le proprie emozioni e il corpo diventa così manifestazione di sofferenza.

Questa patologia caratterizzata dalla presenza di dolore intenso in uno o più distretti anatomici in assenza di cause organiche, appartiene alla categoria dei disturbi somatoformi:  disturbo di conversione, somatizzazione, somatoforme indifferenziato, ipocondria e dismorfismo corporeo. L’elemento che accomuna queste patologie è la peculiare attenzione del paziente nei confronti del  proprio corpo che diventa portatore di sofferenza e disagio altrimenti  impossibili da esprimere.

Sovente ambienti familiari rigidi ed esigenti, che porterebbero ad un’inibizione degli stati emotivi, sono correlati a questi disturbi. In alcuni casi i pazienti ritengono che la sofferenza psicologica corrisponda a una debolezza e pertanto ne inibiscono l’espressione affidando al corpo, quale più degno sostituto, la possibilità di manifestare il proprio disagio.

Il disturbo è frequentemente  diagnosticato nelle donne tra i 40 e i 50 anni di età; la sintomatologia riferita è piuttosto intensa e interferisce con il normale svolgimento della vita sociale e lavorativa. Le localizzazioni del dolore sono eterogenee nei pazienti (dolore lombare, cefalea, dolore cronico pelvico…) e sono associate a specifici fattori psicologici.

Attraverso un lavoro clinico è possibile esplorare la storia del paziente ed individuare le motivazioni che possono aver determinato l’espressione del dolore in quell’area specifica piuttosto che in un’altra (psicosomatica). Sovente, in circa il 60% dei casi, emergono dalla diagnosi di disturbo algico componenti  depressive, insonnia, irritabilità, anedonia, rallentamento psicomotorio e perdita di peso.

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