La Sindrome di Munchausen per procura assume rilevanza in ambito pediatrico, psicopatologico e giuridico sia per le difficoltà diagnostiche sia per le gravi conseguenze sul bambino che ne è vittima.

La denominazione della sindrome trae origine dalla storia del barone di Munchausen che ritiratosi in un castello intratteneva i suoi ospiti con storie inverosimili, questa patologia è infatti caratterizzata da un’esagerazione o invenzione di sintomi tali da richiedere continui e ripetuti consulti medici.

Nella sindrome di Munchausen per procura la madre induce un’apparente malattia nel figlio allo scopo di attirare l’attenzione su se stessa inventando o procurando nel piccolo sintomi specifici, ad esempio somministrando sostanze dannose ed esponendolo quindi ad una serie di accertamenti ed interventi clinici progressivamente più invasivi sino a mettere a rischio la vita stessa del bambino.

Solitamente i sintomi procurati non sono riconducibili a malattie conosciute e ciò determina incertezza e confusione nei pediatri che richiedono così ulteriori accertamenti.

Diversi sono i metodi utilizzati per indurre una sintomatologia e sovente si tratta di pratiche crudeli. La letteratura riporta casi in cui ad alcuni bambini sono state  somministrate feci, urine, saliva; altri sono stati avvelenati con topicida, arsenico, olio minerale, lassativi, insulina, sale, zucchero, sedativi e dosi massicce di acqua. Gli abusi fisici hanno riguardato punture di spilli su viso e corpo, lesioni al volto, tentativi di soffocamento, scarsa nutrizione, induzione di attacchi epilettici o perdita di coscienza.

In fase di accertamento le analisi di laboratorio vengono spesso alterate da queste donne attraverso l’inserimento di sostanze estranee nei campioni prelevati.

Le principali caratteristiche della patologia sono: simulazione di malattia da parte del genitore, ripetuti esami e trattamenti medici; negazione da parte della madre; riduzione della sintomatologia quando allontanato dal genitore.

Solitamente le donne che soffrono di questo disturbo hanno un buon livello culturale, si esprimono con un linguaggio appropriato, talvolta possiedono una preparazione medica; nell’interazione con il personale ospedaliero si mostrano collaborative e sono sovente erroneamente considerate madri affettuose e competenti pur avendo aspetti patologici di tipo paranoide, maniacale, sociopatico, (conseguenze molto spesso di maltrattamenti subiti in tenera età)

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