L’attività grafica, oltre ad essere uno degli strumenti che il bambino utilizza per analizzare, descrivere e narrare gli eventi della vita, è anche espressione di emotività.

L’analisi dei disegni dei bambini, intesa come studio comparativo di una serie di disegni, consente di confermare ipotesi evolutive emerse dai colloqui e dalle osservazioni.

In particolare è interessante osservare alcuni aspetti quali: la disposizione del foglio, la dimensione del disegno, il tratto grafico, i colori, le proporzioni, la sequenza, le cancellature, i dettagli, la simmetria e il movimento.

L’intensità del tratto grafico ad esempio, può essere indicativa dell’energia del bambino e dello stato emotivo al momento dell’esecuzione, diversamente un tratto leggero e sfumato può indicare un’immaturità o uno stato di tensione.

La scelta del colore è indicativa per cogliere l’emotività del bambino dal punto di vista evolutivo, infatti osserviamo che per i più piccoli (3-6 anni) l’interesse per il colore è prioritario rispetto alla forma e prosegue in modo inversamente proporzionale. Le tonalità decise dei primi anni appaiono progressivamente più tenui e si arricchiscono di sfumature. Il colore rappresenta nei primi anni un’attività di esplorazione ancora lontana dalla ricerca di una congruenza della rappresentazione con gli oggetti reali.

Se fino a circa otto anni la scelta del colore è ispirata più dalle emozioni che dalla ricerca di congruità con la realtà, successivamente il bambino inizia a riprodurre ciò che osserva in modo progressivamente più complesso e preciso utilizzando sia schemi grafici memorizzati, sia spontanea immaginazione.

Alcuni disegni rivelano in modo particolare la rappresentazione del mondo interno del bambino: il disegno libero (esplicitazione delle ansie e dei conflitti), l’autoritratto (percezione di sé e adattamento), il disegno dell’albero (il sé), il disegno della famiglia (rapporto genitori-figli e sue evoluzioni) e il disegno della casa (clima familiare).

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